Onicofagia grave: cause, conseguenze e soluzioni per smettere
L'onicofagia, ovvero l'abitudine di mangiarsi le unghie, è un comportamento che può sembrare innocuo, ma quando diventa grave può avere conseguenze significative sulla salute delle mani.
Spesso associata a stress, ansia o nervosismo, questa abitudine può trasformarsi in un vero e proprio problema se non affrontata, che va oltre il semplice aspetto estetico, ma di una condizione che può danneggiare la pelle, le unghie e anche la salute generale, favorendo infezioni e irritazioni.
Scopriamo insieme quali sono le cause principali dell'onicofagia grave, i rischi associati e i rimedi efficaci per smettere di mangiarsi le unghie.
Cause dell'onicofagia grave
L'onicofagia non è solo una cattiva abitudine, ma spesso è il sintomo di un disagio psicologico o fisico. Le principali cause includono:
- Ansia e Stress: Molte persone iniziano a mangiarsi le unghie come risposta a situazioni stressanti, ansiose o come forma di autocomforto in momenti di nervosismo.
- Fattori genetici: Se in famiglia ci sono casi di onicofagia o altre abitudini nervose, il rischio di sviluppare questo vizio aumenta.
- Noia o abitudine: Alcuni individui si mangiano le unghie per noia, spesso senza neanche accorgersene.
- Disturbi compulsivi: L'onicofagia grave può essere associata a disturbi compulsivi, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).
Quando l’onicofagia diventa grave, può essere difficile smettere senza un intervento professionale.
Le conseguenze dell'onicofagia grave
Mangiare le unghie in modo eccessivo non è solo dannoso per l'aspetto estetico delle mani, ma può anche causare danni significativi alla salute. Tra le principali conseguenze troviamo:
- Infezioni: Le unghie e le cuticole mangiate creano ferite che sono terreno fertile per batteri, aumentando il rischio di infezioni come paronichia.
- Problemi dentali: Mangiare le unghie può danneggiare i denti, portando a malocclusioni o problemi di sensibilità dentale.
- Deformazioni delle unghie: Le unghie possono crescere in modo irregolare, diventando fragili, striate o ingiallite.
- Problemi psicologici: La continua frustrazione per il comportamento compulsivo può generare ulteriore ansia o vergogna, perpetuando il ciclo dell'onicofagia.
Rimedi e trattamenti per l'onicofagia
Esistono vari approcci per affrontare l'onicofagia grave, che spaziano da trattamenti fisici a soluzioni psicologiche. Ecco alcuni rimedi:
- Trattamenti topici: L'uso di smalti amari è una delle soluzioni più comuni per prevenire il vizio. Questi smalti, dal gusto sgradevole, scoraggiano il comportamento. In aleternativa anche le creme indurenti per unghie possono essere un valido alleato.
- Terapie comportamentali: La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è molto utile per affrontare la componente psicologica dell'onicofagia grave. Un esperto può insegnare tecniche di rilassamento per gestire l'ansia o lo stress, evitando di ricorrere alla "mangia unghie" come risposta.
- Esercizi di consapevolezza: Imparare a riconoscere i momenti in cui si ha la tentazione di mangiarsi le unghie è un passo importante. La consapevolezza, unita alla distrazione (come l'uso di un antistress o fidget spinner), può ridurre gradualmente il vizio.
- Rimozione dei fattori scatenanti: Se lo stress o l'ansia sono i principali fattori scatenanti, la gestione di questi disturbi attraverso tecniche di rilassamento o yoga può ridurre la necessità di mangiarsi le unghie.
Quando rivolgersi a un professionista
Se il vizio persiste nonostante l'adozione di soluzioni casalinghe, o se le unghie continuano a subire danni irreversibili, è essenziale rivolgersi a un dermatologo o psicoterapeuta. L'onicofagia grave potrebbe nascondere un disturbo compulsivo o ansioso che richiede un trattamento professionale per migliorare la salute psicologica e fisica.
L’onicofagia grave è un problema che va oltre l’aspetto estetico, influenzando la salute delle mani, delle unghie e della bocca. Intervenire in modo tempestivo con soluzioni fisiche e psicologiche è fondamentale per prevenire danni permanenti e migliorare la qualità della vita di chi soffre di questa condizione. La consapevolezza e la cura adeguata sono i primi passi verso la guarigione.